mercoledì 5 dicembre 2007

La luce


A volte mi sento triste e stanco. Una sensazione strana mi pervade. Vorrei scappare da me stesso. Non riesco più a riconoscere l'immagine che lo specchio mi restituisce. Un estraneo che mi guarda e scruta nel mio profondo, distruggendo ogni certezza, logorando la base della mia esistenza. Mi sento svuotato, privo di valore. Paralizzato, privo di energie.


E' questo il male di vivere? Il sentirsi incapaci di affrontare la realtà?


Tra inettitudine e pessimismo navigo instabile in acque sconosciute. Mi sono lasciato trasportare dalle onde. Non ho deciso la rotta da seguire, né tantomeno sforzato di seguirne una. Troppo lontano dalla costa per tornare indietro. Troppo distante dalla terra ferma, per riaccendere la speranza. Una luce è apparsa in lontananza e mi ha fatto capire dove sono. Ora non mi basta più stare a galla. La terra ferma mi aspetta. Ma devo decidere io il percorso per raggiungerla, non le correnti marine. Le onde alte non devono spaventarmi, la fatica neppure. La luce potrà spegnersi, ma la rotta è disegnata. Una nave sola in mezzo al nulla.

giovedì 29 novembre 2007

Felicità e denaro.

Il quesito è banale e stranoto: I soldi danno la felicità? Ci stavo riflettendo in questi giorni, forse non avendo di meglio da fare... La società occidentale ha stabilito le regole della nostra vita per noi. Ne siamo permeati fin dalla nascita e durante la formazione della nostra personalità non possiamo prescindere dagli influssi che ci vengono dall'esterno. Il mondo in cui viviamo richiede a ciascuno di noi di stare all'interno di certe strutture sociali. Il primo inquadramento che abbiamo è il nostro lavoro, da quello siamo identificati e in quello siamo tenuti ad avere successo, perché ci hanno insegnato le serie di oltreoceano, costruite sull'ideale del sogno americano, che per essere felici bisogna essere "di successo". Ed una delle caratteristiche del successo è quella di riuscire a trarre dal proprio lavoro il massimo dei guadagni, quindi molti soldi. Sono questi che fanno la differenza tra la felicità e l'infelicità. Non voglio dire che non sia vero, anzi. Voglio solo sottolineare il fatto che non ne servono un'infinità per essere felici. Bastano quelli sufficienti per una vita dignitosa. Oltre spesso possono anche diventare un peso, un'eccessiva responsabilità, fonte di stress per chi non abbia la capacità di gestirli. Con questo non voglio dire che non servano, ma solo che non devono costituire lo scopo essenziale della nostra vita. Se dal lavoro che ci piace (questa è ciò che giudico importante, trascorrere le giornate facendo qualcosa che ci piaccia almeno un po') riusciamo a ricavare il massimo guadagno tanto meglio, ma credo che questo non debba mai andare a discpito del resto della nostra esistenza, la famiglia, gli affetti, gli amici.

lunedì 19 novembre 2007

La malattia del secolo (scorso?)

In questo post vorrei parlare della malattia del secolo. L'Aids, direte voi. No, la depressione, che nel mondo occidentale colpisce una vasta parte della popolazione. E' il mare oscuro, su quale si interrogano numerosi esperti, psicanalisti, psicologi e psichiatri. La psicanalisi sta diventando un moda (anche la televisione ed il cinema aiutano a diffonderla), mentre i farmaci antidepressivi o calmanti sono entrati nella nostra vita di tutti i giorni. Molti iniziano a curarsi con loro e si ritrovano poi a dover fare i conti con una difficile dipendenza. Perché, pur se venduti legalmente in farmacia, queste medicine sono in realtà droghe a tutti gli effetti. Non voglio fare un discorso generale e dire che sono inutili, ma credo che se ne debba far risorso con minore frequenza e facilità. Negli Stati Uniti alcuni psicofarmaci sono stati somministrati anche a bambini, per curarli dalla sindrome di iperattività. Credo che quando ci si rivolge anche ai bambini ci vuole la massima cautela e attenzione. Ma non è questo il punto. La società di oggi ci vuole forti, scattanti, vincenti, pieni di energie e non ci concede tregua perché chi si ferma è perduto. Tutto ciò si trasforma in molto stress, che si accumula in noi e poi esplode magari in concomitanza di un evento traumatico. E data la facilità con cui questo oramai può avvenire, la depressione si sta diffondendo sempre più. Ci sono diverse teorie che distinguono le origini di questo male tra endogene ed esogene. Prima di iniziare una cura per squilibri chimici, direi che è meglio ricercare all'esterno, per escludere ogni altra possibilità. Sono a questo punto mi sembra giusto che un farmaco posso essere somministrato. Ma non sono un medico e esprimo solo il mio punto di vista.
Le droghe legali che si vendono in farmacia sono tanto diverse da quelle con cui si sballano i ragazzi il sabato sera? Penso che spesso questa società sia ipocrita e ci fornisca dei modelli che dobbiamo seguire a tutti i costi, anche rovinando la nostra vita. Il fumo e l'alcol hanno effetti devastanti per la salute ma sono legali e diffusissimi, così come calmanti o sonniferi. Di ogni cosa occorre considerare la giusta prospettiva e magari riflettere sulle influenze o sui condizionamenti che continuamente riceviamo e che ci danneggiano.

venerdì 16 novembre 2007

I Castelli Animati


Dopo undici anni di presenza sul territorio che dà il nome alla manifestazione, i Castelli Romani perdono il festival di Animazione fondato e diretto dal giornalista Luca Raffaelli. La dodicesima edizione, dal 28 Novembre al 2 Dicembre, si svolgerà, infatti, per la prima volta, negli studi di Cinecittà Campus, abbandonando il cinema Modernissimo di Genzano. Nel corso degli anni, questo festival ha portato alle porte di Roma esponenti molto importanti dell'animazione mondiale, tra i quali i giapponesi Rin Taro e Isao Takahada, Peter Lord e il nostrano Bruno Bozzetto. Il concorso nelle sue varie sezioni ha dato visibilità ad un settore della cinematografia che in Italia non è mai riuscito a decollare, e che, invece, all'estero sta vivendo un momento di fulgore, anche grazie alle innovazioni portate dalla Computer Grafic. Anche quest'anno, (il programma dettagliato non è ancora disponibile) saranno presentatati corto e lungometraggi provenienti da tutto il mondo, che si contenderanno i premi nelle varie sezioni. Come negli anni passati vi saranno importanti personaggi, come il regista del film dei Simpson e interessanti interventi. Da spettatore ho partecipato alla manifestazione molte volte e mi sono divertito a vedere film in anteprima, interessanti conferenze e cortometraggi in concorso. Ricordo molte anteprima, da Mononoke Hime, anime giapponese, a Galline in Fuga, dai creatori di Wallace and Gromit e la divertentissima conferenza con cui Bruno Bozzetto presentò il famoso Italia e Europa. Spero che anche quest'anno gli eventi siano interessanti e che il festival abbia quel minimo di risalto che merita.

martedì 13 novembre 2007

Resident Evil - Extinction


Arriva nelle sale italiane anche il terzo episodio della serie di film tratti dal famoso video gioco sui non-morti. La protagonista è ancora la modella Milla Jovovich, che impersona il progetto di modifica genetica di una industria senza scrupoli, la Umbrella Corporation. Se nel primo episodio della serie, il più riuscito, a mio parere, l'azione si svolgeva nei sotterranei segreti dei laboratori chimici e nel secondo in una sola città, ora il set è costituito da tutto l'ovest americano. Questo allargamento di orizzonti è dovuto al diffondersi rapido e distruttivo dell'epidemia che trasforma gli esseri trapassati in non-morti, zombie appunto, voracissimi di carne umana. Come per il secondo episodio, anche in questo caso siamo di fronte ad un film videogioco, costituito essenzialmente da scene spara-spara, anche se in questo caso si intravvede qualche sviluppo ulteriore della trama, che comunque rimane scarna e approssimativa. E il finale, al solito apre per gli episodi successivi, in una strana estensione megalomane. Lotte all'ultimo sangue, sparatorie, corse spettacolari, ingegneria genetica, mutazioni, questi gli ingredienti di questo film d'azione.

venerdì 9 novembre 2007

I'm back!!!

Più di un mese senza pubblicare un post? Che vita piatta che ho... :-p!!

Dopo tutto questo tempo non so davvero da dove cominciare. Ci sarebbero un sacco di cose interessanti di cui parlare...

Data la fase di stanca cinematografica (non sta uscendo un film decente ultimamente.. o sono io troppo distratto? Oh, se avete consigli fatevi avanti, o miei lettori!!), non ho trovato neppure un film da recensire. Ora che mi ricordo sono andato a vedere Resident Evil 3 ultimamente, quindi aspettatevi una bella recensione sul film video-gioco con la supermodellona sempre mezza nuda!!

L'attualità è davvero piatta. Che posso dire? L'informazione non merita più il mio interesse. Da quando i giornali non fanno altro che parlare di Mastella mi viene l'orticaria al solo sfogliarne uno. Ma è possibile che certa gente faccia parte del parlamento e del governo italiano? Stiamo ogni giorno peggio e non si fa altro che parlare di idiozie, sui giornali ed in televisione. Dei problemi reali ( non so il costo assurdo delle case dovuto alla speculazione edilizia, il precariato e la perdita del potere d'acquisto... solo per fare due esempi che mi stanno molto a cuore..) nessuno parla. Troppo occupati con le inutili beghe politiche e con i morbosi casi di cronaca, come insegnano ogni sera Vespa e Mentana. Ma una sana inchiesta su qualcosa di veramente interessante? L'altra sera, ad esempio, ci sono stati 3 programmi fotocopia, con lo stesso tema, praticamente in contemporanea. Si parlava del'argomento del momento, l'immigrazione straniera. Ha iniziato Ilaria "bella-voce" D'amico, col suo Exit. Subito dopo da Mentana c'erano Casini e Rutelli e da Vespa Fini e Fassino, che dicevano tutti le stesse cose e sfruttavano il momento solo per avere visibilità. Davvero una scena triste, soprattutto rivedere Gasparri in televisione. Evviva la varietà televisiva!! Ma in fondo ciò che conta è vendere spazi pubblicitari, non fare giornalismo degno di questo nome!!

Dopo questa filippica (:-p) chiudo con un consiglio su un libro. "L'elogio dell'ozio", saggio di Bertrand Russell. Il titolo incuriosisce e appena l'avrò finito vi farò sapere qualcosa.

mercoledì 3 ottobre 2007

I Simpson - Il film.


Arriva finalmente anche in Italia (non capirò mai le strategie delle nostre case di distribuzione, che spesso ritardano le uscite in maniera poco sensata), la puntatona dei personaggi gialli dei cartoons più famosi nel mondo. Inizio veramente imperdibile, con una serie di particolari esilaranti, in perfetto stile Simpson. Poi la storia si dipana come in uno dei soliti episodi della lunghissima serie. Ma la maggiore lunghezza permette di inserire molti più elementi e diversificare le vicende. Gli autori, in questo caso, cavalcano l'onda del neo-ecologismo che si sta diffondendo in tutto il mondo, incentrando la vicenda sul corretto smaltimanto dei rifiuti. Sprinfield potrebbe essere qualsiasi super-inquinata città d'America (non è un caso che gli autori abbiano dato questo nome a simpson-ville, dato che appartiene a più di 10 città negli Stati Uniti). A noi verrebbe in mente una situazione simile molto più vicina a casa nostra. I vari membri della famiglia conservano tutte le loro esilaranti caratteristiche e alcune trovate, come quella sul maiale, sono davvero geniali. Irriverenti il giusto (Swarzenegger presidente è una frecciatina niente male) ma ancora sulla linea del politically correct. Lontani dagli scorrettissimi Griffin, ma sufficientemente graffianti.

Funeral party


Commedia in perfetto stile inglese. Questa è forse la definizione migliore per questo divertente film, nel quale il comico si mescola al grottesco, nella migliore versione della commedia degli equivoci. Un susseguirsi di trovate assurde ed esilaranti, battute fulminee e improvvise rendono il ritmo serrato, pur trattandosi di un fil molto "teatrale". E' dalle relazioni familiari che, di solito, si riescono a tirar fuori le situazioni più divertenti. Quale migliore occasione per mettere in contatto tutto il parentado di un funerale? E' per l'appunto per l'estremo saluto al padre che il protagonista si ritroverà in casa tutta la famiglia, zii, cugini, e soprattutto il fratello scrittore di successo che lui vorrebbe essere. Una serie di circostanze e di scoperte sulla vita del defunto, porteranno il funerale ad allungarsi a dismisura, mal sopportato persino dal pastore che lo sta celebrando.Finalmente un film intelligente, ben scritto e recitato in maniera impeccabile.

venerdì 21 settembre 2007

Dayone

Eccomi di nuovo qui a riflettere su me stesso a cercare di reinventarmi. Obiettivo? Non perdermi nel mare del mondo. Sapere dove inizia e dove finisce la mia individualità. Continuare un percorso che sia solo mio. Perseguire i miei scopi nella vita. Sto perdendo il controllo di tutto questo. Troppi pezzi del puzzle non collimano più. Ho sempre pensato che la vita fosse una ricerca ed un cambiamento continui, ma non mi sono mai soffermato a riflettere su quanto questo continuo evolvere e mutare di ciò che mi circonda mi destabilizzi e mi tolga sicurezza. Ma è la sfida quotidiana che vivo, che sento e che voglio. So che soffrirò, perlopiù, e che sarò felice, molto più di rado. Ma tutto questo fa parte di me, del mio modo di essere costruttivo e disfattista, allegro e malinconico, incredibilmente vitale e altrettanto depressivo. Bipolarità, schizofrenia, chiamatela come volete, ma io sono tutto questo. Ma fino a quando resisterò senza mai una certezza, una sicurezza su nulla? A volte penso di essere io a non volerle queste certezze, a cercare in tutti i modi come provocarmi dolore. Entro nei tunnel consapevole di ciò che mi aspetta. La mancanza di incoscenza è forse il problema. So a cosa andrò incontro ma non per questo lo evito. Anzi, faccio di tutto per peggiorare le cose, pur non volendo. Questa è la parte peggiore, la consapevolezza di tutto ciò che accade, non riesce ad impedire alla volontà di agire, nonostante si conoscano già gli effetti che tali azioni avranno.

giovedì 13 settembre 2007

Lavavetri sì o no?

Si è fatto un gran parlare sui giornali nelle ultime settimane della vicenda dei lavavetri. Tutto è cominciato dalla presa di posizione del sindaco di Firenze, mosso da alcuni fatti verificatosi nella sua città, ad emettere dei provvedimenti riguardo coloro che ad ogni semaforo in tutte le grandi città si avvicinano alle auto per pulirne i vetri. A Firenze, infatti, si sono verificati alcuni episodi di aggressione ai danni di automobilisti, che, evidentemente avevano rifiutato l'offerta di pulizia del parabrezza. Successivamente a questa presa di posizione, sindaci di altre città italiane hanno mostrato di pensarla alla stessa maniera, proponendo di vietare l'attività dei lavavetri ai semafori. Vivendo a Roma, conosco perfettamente il fenomeno, che insieme a quello dei ragazzi che aiutano a fare benzina ai distributori e ai parcheggiatori abusivi, vengono associati dall'opinione pubblica, all'immigrazione. Ed è appunto qui che sorge il problema, nonostante sia palese che ci siano anche italiani, seppur in minoranza, a svolgere queste attività. La nostra società e forse anche la nostra mentalità, non sono ancora pronte ad accettare l'immigrazione massiccia dai paesi africani e asiatici che si sta verificando negli ultimi anni. La nostra non è mai stata una società né multiculturale, né multirazziale ( né tantomeno multireligiosa, ma questo è un terreno minato che mi porterebbe troppo lontano). Ora che si stanno affacciando comunità etnicamente diverse, con usi e costumi propri, non siamo ancora in grado di accettarle e di assorbirle perfettamente. A causa di questo "timore dello straniero", tali notizie fanno molta presa sull'opinione pubblica, complici i giornalisti che a volte si impegnano a gonfiare gli eventi per creare l'interesse. Come dimenticare i casi di Novi Ligure e di Erba. Per entrambe le stragi, all'indomani dell'accaduto, i mezzi di stampa gridarono allo straniero colpevole (nel primo caso si parlò di una banda di Slavi, nel secondo si diede per colpevole il compagno tunisino di una delle vittime). La verità, in entrambi i casi, era un'altra e le stragi erano, per così dire tutte italiane. Lungi da me minimizzare il fenomeno dei lavavetri e di tutte queste attività abusive che quotidianamente creano problemi alla civile convivenza. Evidentemente il fenomeno più grave è quello dei parcheggiatori abusivi, che, a Roma in una maniera esponenziale, taglieggiano letteralmente gli automobilisti con la sottintesa minaccia di danneggiare l'autovettura appena parcheggiata. Quello che mi sorge spontaneo pensare è che però, in questi casi di microcriminalità evidente e alla luce del sole, ci sia un lassismo generalizzato delle autorità e delle forze dell'ordine, che preferiscono lasciar correre, pur essendo a conoscenza di tutto.

mercoledì 12 settembre 2007

Shrek Terzo.


E' appena arrivato al cinema il terzo film della fortunata serie che ha come protagonista in simpatico e burbero orco delle favole. Grande rischio di ripetersi e di ricadere sempre nelle stesse trovate comiche altissimo. Ed in parte centrato. Si ripetono i personaggi e anche le battute segnano il passo, pur nello sforzo di inserire i protagonisti sempre in nuove avventure. Stavolta si richiama vagamente la storia di Re Artù. L'idea intelligente e ben gestita di fondo, però, rimane. Una parodia delle favole, retaggio culturale di tutto il mondo, propagandate per anni dai film di animazione, Disney in testa, non può che unire tutti e avere un grande successo. I personaggi "spalla" continuano a far ridere e a reggere il ritmo del film. Strepitosi il gatto con gli stivali e le parodie delle protagoniste delle favole. Dalla sonnolenta Bella Addormentata alla cattiva e vanitosa Biancaneve. L'ondata di film in computer grafica continua. I costi più contenuti rispetto all'animazione tradizionale permettono la produzione di un numero di film sempre maggiore. Il pubblico di questi spettacoli, dunque, si allarga, anche se i nostri cinema continuano ad essere per lo più affolati da rumorosi bambini.

martedì 11 settembre 2007

Vita quotidiana.

Tornato dalle vacanze, mi sentivo carico e pronto per affrontare con decisione la ritrovata quotidianità. Erano stati giorni molto belli e rilassanti che mi avevano permesso di riappropriarmi della mia dimensione, grazie alla lontananza dallo stress e dai problemi. Non so come, ma queste sensazioni sono presto svanite, lasciandomi un senso di vuoto e di insicurezza per il futuro. Cambiamenti rapidi, eventi improvvisi e nuove preoccupazioni sono riuscite facilmente a destabilizzare quello che pensavo essere un equilibrio quantomeno stabile. Il senso di agitazione e inadeguatezza mi ha portato anche ad un allontanamento dall'azione, che si è riflettuto anche sul blog, nel quale non riuscivo più a trovare la voglia di scrivere. Proprio queste sensazioni negative si stanno rivelando, invece, estremamente positive. Una nuova rabbia, un nuovo vigore sta nascendo in me. Non avevo mai sentito prima, come ora, la necessità di esprimermi nella mia completezza. Non ho più intenzione di lasciarmi condizionare da chi e cosa mi sta intorno. Non ho più intenzione di stare a guardare. Sento la necessità di modificare il mio approccio verso il mondo e di ridisegnare il rapporto con chi mi circonda. Niente stravolgimenti, solo alcuni ponderati cambiamenti di rotta. Anche se non è detto che non giunga in questo modo a sconvolgere tutto.

lunedì 20 agosto 2007

Vecchio post...

Ritornato per aggiornare il blog, mi è venuto in mente un vecchio post che ho scritto ma che poi ho cancellato... Lo voglio pubblicare di nuovo. Il tema era interessante e, avendo avuto molto tempo per stare da solo e riflettere negli ultimi giorni, lo sento vicino al mio stato d'animo. Ecco il contenuto:

"E' inutile affannarsi per tenerci accanto le persone, in fondo siamo e restiamo sempre soli..."

Può sembrare una osservazione pessimistica, e forse lo è, ma aiuta a non farsi troppi problemi. E' l'osservazione di una realtà. La solitudine dell'uomo di fronte alla vita e l'inutile affanno quotidiano per dimenticarsi di tale verità. Si passa la vita a cercare di ingannare il tempo che passa e a tentare di entrare in contatto con ciò o chi ci possa far sentire meno soli di fronte al mondo. Poi spesso ci si accorge di quanto tutti questi sforzi siano solo dei palliativi momentanei. Ma questa truffa contro il tempo non è assolutamente sbagliata. Basta non ingannare se stessi. Perché rifuggere ciò che ci fa stare bene e che non danneggia nessun altro, solo perché non appartiene a certi canoni dettati dall'esterno? Alla fine siamo solo noi a dover decidere cosa è meglio per noi. Ho sempre preferito un attimo di felicità all'inutile ricerca della stabilità.


Forse si legge pessimismo tra le righe, ma non credo che fossi particolarmente depresso quando l'ho scritto. Forse mi crogiolavo soltanto in una sensazione di straniamento. Forse viaggiavo distante dai contesti reali, tentando di generalizzare.
Sono uscito da due settimane in cui ho attraversato due opposti estremi, il caos di Barcellona, dove ho conosciuto gente nuova e rivisto cari amici di un passato non tanto lontano, contrapposto alla quiete e tranquillità solitaria della mia casa in montagna. Queste due esperienze antipodiche mi hanno fatto riflettere su quanto, spesso la solitudine sia solo una condizione mentale e non uno stato contingente. Mi è capitato di sentirmi più solo tra la moltitudine che popola la Rambla in Agosto che tra i castagni e le pecore delle montagne del Sannio.

martedì 31 luglio 2007

Evoluzionismo e Creazionismo.

Prendo spunto da un articolo pubblicato sul sito de "la Repubblica". Eccone un estratto:

Studenti, a casa!
di Sally Williams
Sono 2,4 milioni i bambini americani istruiti a casa dai genitori. Motivo? Tenere fuori dalla porta Darwin e le sue teorie pericolose. Ma soprattutto il sesso, le droghe e la televisione

Jill Nardini, di Kentwood, Michiganfa lezione ai figli Joey e JessieSulla città di Abilene sta scendendo la notte. Ma per i ragazzi della famiglia Ice la giornata di studio non è ancora finita. Per Thomas, 16 anni, Katee, 14, Jon David ed Elizabeth, 6, andare a scuola equivale a stare a casa. I loro genitori hanno scelto di istruirli tra le mura domestiche: niente cattedre né aule, ma un lustro tavolo da pranzo gremito di libri e un'insegnante. Anzi due. La madre Cynthia, 44 anni, e Gesù, altrettanto vicino ma meno tangibile, sul quadro appeso alle loro spalle. "È stato Dio a guidarci verso l'home-schooling", spiega Cynthia. Suo marito David, 48 anni, per lavoro sigilla i pozzi di petrolio, ma la sua vera vocazione si intuisce dalla folta barba da predicatore. "Ho chiesto a Dio di indicarmi la via, nelle Scritture". Sono passati 12 anni da quel momento, e i suoi ragazzi hanno ricevuto un'educazione improntata alla fede. Che non significa soltanto sapere tutto del Sermone della Montagna o della Casa di David (la Bibbia si studia prima di colazione, alle 5.45 di mattina). Ogni materia è impregnata di spiritualità. Storia, scienze, persino il Mago di Oz, che qui accusano di ateismo allo stato puro: "Sissignore", spiega Katee, "sostiene che Dio è finto perché si scopre che il mago non è che un uomo!". [...]

Negli ultimi anni in Texas il fenomeno dell'home-schooling ha assunto una piega interessante. Nato negli anni Sessanta come movimento clandestino, su iniziativa di un gruppo liberal, oggi è stato adottato dai cristiani evangelici di destra. Il Texas è uno dei pochi Stati dove l'insegnamento casalingo non è regolamentato, e viene considerato alla stregua delle scuole private. Secondo Tim Lambert, presidente della Coalizione Home-Schooling del Texas, circa il 70 per cento delle persone che nello Stato scelgono di istruire i propri figli a casa è mosso da motivi religiosi. Stiamo parlando di circa 300mila bambini tra i 3 e i 12 anni, il doppio rispetto a dieci anni fa, che arrivano a 2,4 milioni in tutti gli Stati Uniti. Un fenomeno che cresce del 10 per cento all'anno, nato come risposta a "quello che non va" nella scuola pubblica. Ossia ciò che si insegna ai ragazzi delle medie durante le ore di scienze: l'evoluzione. "Non vogliamo che ai nostri figli si inculchi l'idea che discendono dalle scimmie", dice Michelle McKissick, 40 anni, di Houston, che istruisce a casa i suoi quattro figli. "È una menzogna", inveisce prima di spiegarmi il punto di vista "corretto": "Quanto è scritto nella "Genesi" non è una metafora o un racconto. Sono fatti. Il mondo, creato il sesto giorno, ha circa seimila anni e una volta uomini e dinosauri vivevano felici gli uni accanto agli altri". È lo specchio dell'opinione creazionista dell'universo, condivisa da metà America, che accetta il fatto che Dio abbia creato l'uomo così come lo vediamo. Solo un terzo ritiene che ci siano prove scientifiche a sostegno dell'evoluzione.[...]
Tutto secondo il metodo cristiano classico, che, a giudicare dall'immacolata credenza e dalla riga perfetta che divide i capelli dei ragazzi, piace a Stacy perché fortifica il carattere. I programmi hanno un taglio cristiano: le mappe geografiche riportano citazioni bibliche e le lezioni di scrittura sono infuse di pia saggezza. I testi sono forniti dall'Istituto della ricerca sulla creazione (Icr) di San Diego, da quarant'anni fulcro dell'universo creazionista e noto anche per via della crescente fama di un suo ex rappresentante, Ken Ham. Australiano, ex insegnante di biologia, nel 1994 fondò Answers in Genesis, sorella minore dell'Icr. Oggi Ham tiene più di 500 discorsi all'anno. Ai suoi seminari assistono oltre duemila persone e solitamente lui mostra la foto di uno scimpanzè. "Vostro nonno era così?", chiede. "Nooooo!", rispondono i bambini. "E vostra nonna era così?", e mostra lo stesso scimpanzè con il rossetto. Risatine. "Nooooo!". "Ripetete dopo di me", chiede. "Non siamo semplicemente un animale: siamo fatti a immagine di Dio". Secondo l'Istituto nazionale di ricerca sull'educazione domestica (Nheri), il 70-75 per cento degli home-schooler lo fa per motivi religiosi. "È il motivo chiave della scelta", spiega Brian Ray, presidente del Nheri. Il fenomeno sta mettendo in allarme gli studiosi. "Molti genitori sono in buona fede", ammette Steven Schafersman, "ma i loro figli si stanno isolando dalla comunità, dagli altri punti di vista in contrasto con i loro".[..]
È così che a più di cento anni dalla sua morte lo scienziato Charles Darwin ha innestato una lotta non solo tra scienza e antiscienza, ma tra l'estrema destra e la cultura mainstream. Tra l'America dell'altro ieri e l'America del futuro. Ma a molti studenti di biologia della Cinco Ranch High di Katy, vicino a Houston, la controversia continua a causare più che altro perplessità. "Ancora non so perché la gente se la prenda tanto", dice pensieroso uno dei ragazzi. "Lasciamo che le persone credano ciò che vogliono". Per sapere cosa davvero scuote gli studenti, racconta, bisognerebbe assistere alla dissezione del feto di un maiale. "Davvero fantastico!".
http://dweb.repubblica.it/dettaglio/Studenti-a-casa!/13701?page=1

Questa vicenda non è sorprendente. E' da un po' di tempo che si sente parlare delle associazioni anti-evoluzionismo americane, nate sotto la spinta delle numerose confessioni cristiane presenti sul territorio. Le stesse che hanno fondato quei musei, dove viene spiegata la creazione del mondo secondo la Genesi. La Bibbia viene prima della scienza. E' questo il testo fondamentale, che i genitori, appartenenti ad alcune comunità, come quella descritta nell'articolo, vorrebbero che i loro figli studiassero prima di qualunque testo scientifico di altra origine. Non è solo il Darwinismo ma tutta la scienza moderna ad essere messa in discussione. La stessa scienza che ha portato al livello di progresso che conosciamo oggi e che i teorici del Creazionismo sembrano dimenticare. I passi avanti della Medicina e della Biologia moderne, e parallelamente della nostra salute, sono legate strettamente allo stesso metodo che ha condotto Darwin a formulare la sua teoria più di 100 anni fa. Forse la mancanza di punti di riferimento all'interno della società e la crescente pericolosità della vita quotidiana sono le cause che spingono sempre più genitori a mantenere i propri figli al di fuori del contesto sociale e a cercare di riempire le loro menti di rassicuranti certezze. Volendo fare più dietrologia si potrebbe pensare che ci sia anche qualcuno che ha piacere che le persone non pensino con la propria testa e che troppe informazioni possano renderle troppo autonome e quindi meno controllabili. Ma forse, più semplicemente, la mente umana non è cambiata tanto dal 1800 e continua ad aver paura di ciò che non conosce.

martedì 24 luglio 2007

Harry Potter e l'Ordine della Fenice

Il quinto dei sette film dedicati alle avventure del famoso e, oramai, onnipresente maghetto inglese è il più cupo della serie. Ed è giusto che sia così. Il protagonista è cresciuto ( anche troppo!!!), non è più un bambino e anche i suoi fan più accaniti stanno crescendo con lui. Poi la tendenza del cinema attuale è quella di sdoganare le storie ritenute per i più piccoli, in modo da renderle fruibili da un pubblico sempre più vasto ( ovvie le motivazioni economiche). Poco spazio alle lezioni e molto all'azione in questo adattamento, che pare non sia stato apprezzato da i più ortodossi e attenti lettori delle avventure cartacee. Si continua così sulla vicenda della lotta al redivivo Valdemort e ai contrasti interni al mondo della magia, inserendo anche il tema dell'associazione segreta, l'Ordine della Fenice appunto, di cui anche i defunti genitori di Harry avrebbero fatto parte. Il film scorre fluido, divertente, alleggerito nei momenti di tensione da battute e situazioni divertenti, ma anche cupo e angosciante. Il "male" si insinua nella mente del piccolo mago e gli fa sorgere dubbi sulla sua identità. Si scivola un po' sulla caratterizzazione dei personaggi, lasciando più spazio all'azione e ai duelli di magia. Film interlocutorio, comunque, che non aggiunge nulla alla vicenda, se non qualche dettaglio sul passato del protagonista e prepara solo la strada all'atteso gran finale.

mercoledì 18 luglio 2007

Carpe Diem

Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Vt melius, quidquid erit, pati!
Seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum! Sapias, uina liques et spatio breui
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit inuida
aetas. Carpe diem, quam minimum credula postero.

(XI ode del I libro delle Odi di Orazio)

Leuconoe, tu non chiedere, e neppure sarebbe lecito saperlo, quale termine a te e a me gli dei hanno concesso; non tentare i calcoli Babilonesi. Come sarebbe meglio sopportare ogni cosa! Sia che più inverni Giove ci assegni, sia che questo sia l’ultimo che sulle opposte scogliere stanca il mare Tirreno! Sii saggia; versa il vino e tronca una lunga speranza in uno spazio breve. Mentre parliamo sarà fuggito il tempo geloso: carpe diem, meno che puoi fidando nel domani”

"Carpe Diem, quam minimun credula postero". Si conclude così questa ode di Orazio che tanto è entrata nel pensiero comune da diventare un modo di dire molto conosciuto. Ma il poeta del Carme Secolare e delle Satire, non fa, come potrebbe sembrare, un invito alla dissolutezza morale, ma esorta la sua amata a vivere con pienezza la vita, a cogliere le occasioni che questa ti pone davanti e a non far troppo affidamento sul tempo. L'unica cosa che abbiamo in mano è il presente, non dobbiamo affidarci né a oroscopi, né a false speranze. Nulla di tutto questo esiste. Esistiamo noi ora, nel tempo che ci sfugge di mano, rapidamente, inesorabilmente. Questo tempo, definito geloso, che ci priva della nostra felicità portandola via con sé in un attimo. Non ci è dato sapere cosa ci accadrà e forse non è neanche giusto saperlo.
Ma non c'è tristezza in queste parole. Solo una ferma decisione a vivere la vita nella sua pienezza, avendo cura dell'"ora", diffidando delle seduzioni del "domani".

lunedì 16 luglio 2007

Cinque anni.

Immerso in un sonno agitato
sentivo il mio cuore
battere più forte,
uno due tre battiti
mi destavano da quel torpore.

E mentre qualcosa finiva per sempre
,
e un vuoto si apriva in me,
mi illudevo
di poter combattere,
di poter vincere.

Il caldo sole di luglio riscaldava il mio viso.

Sento ancora quel tepore,
è la vita,
nonostante tutto,
è la vita.

martedì 10 luglio 2007

Pigrizia

The Importance Of Being Idle
I sold my soul for the second timeCos the man,
he don't pay me
I begged my landlord for some more time
He said "Son, the bills waiting"
My best friend called me the other night
He said "Man, are you crazy?"
My girlfriend told me to get a life
She said "boy, you lazy"
But I don't mind
As long as there's a bed beneath the stars that shine
I'll be fine
If you give me a minute
A mans got a limit
I cant get a life if your hearts' not in it
I don't mind
As long as there's a bed beneath the stars that shine
I'll be fine
If you give me a minute
A mans got a limit
I cant get a life if my hearts' not in it
I lost my faith in the summertime
Cos it don't stop raining
The sky all day's as black as night
But I'm not complaining
I begged my doctor for one more line
He said "Son, words fail me"
It ain't no place to be killing time
But I guess I'm just lazy
I don't mind
As long as there's a bed beneath the stars that shine
I'll be fine
If you give me a minute
A mans got a limit
I cant get a life if my hearts' not in it
(Oasis)
Questa canzone è un inno alla pigrizia, all'ozio in quanto stile di vita. Nella mia vita, spesso eccessivamente frenetica, per mia quanto altrui responsabilità, considero preziosi i momenti in cui posso fermarmi a riflettere su ciò che mi succede, eliminando tutto ciò che è superfluo. Questo è uno di quei periodi. Voglio rallentare i ritmi, smetterla di farmi tracinare dall'ansia di vivere e godermi il presente, con calma. L'ozio ha un valore intriseco, non solo come recupero di energie fisiche e mentali, ma anche come stile di vita. Permette di dedicarci a tutte quelle attività di cui ci priviamo nella routine quotidiana, di fare ordine dentro e fuori.
"Non mi importa di niente,
finché ci sarà un letto sotto le stelle splendenti,
starò bene,
se mi darai un minuto..."

giovedì 5 luglio 2007

Trasformers


Finalmente arrivano in trasposizione cinematografica i robottoni trasformabili che hanno allietato le giornate di molti ragazzini dagli anni '80 in poi. Dopo anime e fumetti, il tema non poteva non avere una versione in carne ed ossa. Di fronte ad un plot un po' pericoloso era necessario cercare di evitare di realizzare un film che fosse solo azione e poca sostanza. Obiettivo centrato soltanto a metà. La prima parte del film, infatti, offre spunti avvincenti e momenti divertenti, con un buon ritmo e una regia efficace. L'alternanza di situazioni familiari da un lato e scenari apocalittici di distruzione dall'altro, rende lo svolgimento della vicenda non troppo monocorde. Ma i temi sono sempre gli stessi, la salvezza del mondo dipende da chi, agli occhi di tutti, appare insignificante, e che invece si scopre un eroe. Quello che non convince è il finale eccessivamente diluito, nel tripudio generale di azione ed effetti speciali. Ma è ciò che il pubblico si aspetta da un film del genere, dalle atmosfere inevitabilmente adolescenziali, ma che risulta pienamente riuscito sul piano dell'intrattenimento. Lasciando da parte l'inevitabile morale buonista americana, di cui di certo non si sente mai la mancanza, la battaglia finale stile matrix e gli sketch divertenti tra i robot meritano la visione.

martedì 3 luglio 2007

Bolinando



Qualche foto del mio fine settimana in barca a vela tra le isole dell'arcipelago Pontino. Mare limpido e paesaggi stupendo. La vita in barca può essere faticosa ma il divertimento non manca e l'atmosfera è unica.

martedì 26 giugno 2007

La pazzia.

"Un pazzo, a ben pensarci, non è che una minoranza formata da una sola persona."
George Orwell, in "1984"

Le città più vivibili.


Classifiche e studi di questa o quella rivista o università, di solito americane, mi lasciano spesso indifferente. Nella maggior parte dei casi mi chiedo perché ci abbiamo perso tempo e quale ne possa essere l'utilità. Ho trovato, però, un articolo che mi ha offerto qualche spunto di riflessione.
da "lastampa.it"

La "bella vita" si fa all'estero.

Nessuna città italiana nelle classifica delle top 20 nel mondo.

LONDRA. Non c’è nessuna città italiana nelle classifica delle top 20 nel mondo. E neanche nessuna città statunitense, con l’eccezione di Honololu. In testa Monaco, seguita da Copenaghen e Zurigo. Tra le prime 20, due città spagnole (Madrid e Barcellona, rispettivamente al decimo e al tredicesimo posto); due svizzere (Zurigo e Ginevra, al terzo e al ventesimo), le altre capitali scandinave, Helsinki e Stoccolma, al sesto e all’ottavo.Nello stilare la classifica, realizzata dal settimanale «Monocle» e pubblicata sull«International Herald Tribunè, sono stati utilizzati non solo gli indici di valutazione tradizionali, ma soprattutto quei fattori che «possono fare fare la bella vita oppure renderla un inferno»: ovvero la qualità di scuole, ospedali, aeroporti e treni, la tolleranza verso le diversità, il livello del crimine, la facilità con cui si trova qualcosa da bere in piena notte. [...]


Eh sì, oramai il nostro non è più il Bel Paese, almeno per le caratteristiche necessarie alle città moderne. Non che non me lo aspettassi. Anzi, mi sembra che questo studio sia abbastanza condivisibile. Sorprende che tra i due paesi al mondo che possano vantare due città nella top 20 ci sia, insieme alla Svizzera, la Spagna, con le sue due metropoli, Madrid e Barcellona. Sempre presenti in questo tipo di classifiche le città del Nord Europa Scandinavo, da tutti ricosciute come organizzate e vivibili. Forse dovremmo iniziare a riflettere sul fatto che per rendere una città vivibile non basta vivere di rendita con le bellezze artistiche lasciateci dai nostri antenati, ma guardare al futuro. E così le nostre città non reggono il confronto sul piano dei servizi, trasporti pubblici, sistema sanitario e scolastico.

giovedì 21 giugno 2007

Fantastic Four: Rise of the Silver Surfer


Secondo episodio tratto dal fumetto di Stan Lee e Jack Kirby, dedicato al gruppo di astronauti supereroi. Stavolta i poteri dei quattro elementi devono combattere un essere potente e incorporeo, Galactus, che minaccia di distruggere il pianeta Terra. Ecco quindi Mr. Fantastic, la Cosa, la Donna Invisibile e la Torcia Umana, alle prese con il principale aiutante del loro nemico, il Surfista d'Argento. Nella battaglia si inserisce, a creare maggiore confusione anche una vecchia conoscenza dei Quattro.
Il film veleggia sulle ali degli effetti speciali inframezzati da qualche battuta, che insieme contribuiscono a rendere il film un passatempo ludico ma inconsistente. La trama esile e non troppo originale della terra minacciata dal solito cattivo che non ha di meglio da fare che distruggerla, non è sostenuta neppure da qualche momento dedicato ai personaggi, che appaiono poco più che macchiette, ancora di più di quanto i loro strani poteri non li mostrino già. Se per Spiderman un grande potere è fonte di grandi responsabilità, per i Fantastici Quattro è popolarità ed un matrimonio in mondovisione. Stranamente persa l' "americacentricità", a favore di di una lotta che coinvoge tutto il mondo. Si vede proprio che i tempi di Indipendence Day sono passati.

martedì 19 giugno 2007

Rassegna stampa.

Dal "Messaggero.it":
I nemici degli Usa si battono con la "bomba gay".
Che le forze armate degli Stati Uniti stiano da tempo cercando di trovare delle armi ”non letali” che riducano drasticamente le perdite umane durante le guerre non è certo una novità. Sappiamo che nei laboratori del Pentagono si sperimentano schiume irritanti, raggi sonori che assordano, raggi laser con l’effetto di paralizzare temporaneamente il nemico. Adesso scopriamo che i militari Usa hanno pensato alla possibilità di creare una bomba ormonale e afrodisiaca che abbia allo stesso tempo l’effetto di modificare i gusti sessuali dei soldati nemici e di eccitarne la libido. Nella visione dei generali americani, le falangi degli avversari dovrebbero di colpo abbassare le armi e cominciare ad amoreggiare fra di loro. La bomba, prontamente soprannominata gay bomb, non è stata in realtà sviluppata, per il semplice fatto che non esiste ancora la conoscenza scientifico-medica per creare un prodotto che abbia simili effetti.
L’idea è venuta originariamente ai ricercatori nel laboratorio dell’areonautica militare dell’Ohio, nel 1994. La loro proposta diceva: «Un esempio di arma non letale, anche se di cattivo gusto, potrebbe essere un forte afrodisiaco, soprattutto se questo elemento chimico riuscisse a causare nel nemico anche un comportamento omosessuale». Il laboratorio chiedeva lo stanziamento di 7 milioni e mezzo di dollari. [...]

Ma non bastava usare altri tipi di armi chimiche? Non so, una bomba "scarpe da ginnastica usate"? Di sicuro gli effetti di stordimento sarebbero stati superiori...


Da "Repubblica.it":
Il Codice della Strada Vaticano"Segno della croce prima di partire"
Arriva il codice della Strada del Vaticano.[...]
Motivo? Il fenomeno del malcostume su strada preoccupa davvero la Chiesa cattolica che assiste ogni giorno all'aumento di una categoria di peccatori sempre più incalliti e allo stesso tempo inconsapevoli: gli automobilisti, i motociclisti, gli adolescenti a bordo di ciclomotori e city-car. "Persone - come spiegano al Vaticano - che hanno ormai trasformato le strade del mondo in un palcoscenico di prepotenza, violenza, egoismo, omicidi, bestemmie".
Ma cosa contiene questa specie di codice della strada cattolico? Nel primo capitolo - quello dei viaggiatori - la Santa Sede stila una sorta di scuola-guida spirituale. "Il ricorso ai nostri intercessori celesti - si legge nel manualetto di 58 pagine - non deve far dimenticare l'importanza del segno della croce, fatto prima di iniziare un viaggio". Ma anche recitare il rosario tutti insieme, durante le lunghe percorrenze, servirà a "sentirsi immersi nella presenza di Dio, a rimanere sotto la sua protezione". Il Codice spiega che c'è bisogno di "protezione divina". E su questo è difficile dargli torto: il Vaticano sottolinea che nel solo 2000 sono morte 1 milione e 260 mila persone, in incidenti stradali di cui il 90 per cento dovuto ad "errore umano". Senza considerare che la situazione in Italia è una delle peggiori in Europa. [...]


Segno della croce? Rosario? Perché non le calamite con i santi? Problema serio ma le soluzioni sono altre....

Coscienza e autocoscienza.

E' possibile sperimentare la felicità?
Questo interrogativo mi ha portato ad alcune riflessioni sulla mia capacità di valutazione e di comprensione della realtà. Una lotta continua si muove dentro di me tra razionalità ed emotività. Sono le due componenti fondamentali del mio essere, che mi spingono avanti e mi trascinano indietro. Il contatto con il mondo esterno avviene in maniera diversa e complementare, tramite questi due filtri. La razionalità si arricchisce delle conoscenze e delle esperienze, l'emotività reagisce con forza agli stimoli esterni, palesando il mio intimo modo di essere. Ma fino a che punto può giungere il continuo confrontarsi con se stessi e con l'esterno, e dove conduce? L'assenza di consapevolezza permette una felicità più profonda? O non può esistere felicità che non sia comunque a confronto con la sofferenza? In fondo per distinguere qualsiasi cosa ho bisogno di un riferimento, del suo duale. La luce non esisterebbe se non ci fosse il buio. E così non posso apprezzare la felicità se non esistesse la sofferenza.
Per questo, a chi mi dice che un livello inferiore di coscienza della vita e del mio modo di essere mi porterebbe ad una maggiore felicità, quella felicità che possiede l'ingenuità di un bambino, rispondo che senza conoscenza non c'è libertà, possibilità di scelta. Ho sempre preferito sapere cosa mi aspetta e quello che mi accade intorno, piuttosto che vivere nell'illusione e nella menzogna. Magari tutte le energie che spreco per il mio desiderio di analisi e di sapere, potrebbero essere dedicate all'azione. Ma ogni azione è scoordinata e inutile se non controllata da una mente pensante.
Ho bisogno di conoscere, di sapere, è parte di me, non ne posso fare a meno.

lunedì 18 giugno 2007

La luce del mare.


La luce del mare mi attraversa
mentre, per un attimo, riprendo fiato.
Un'interruzione della corsa,
un eterno immobile istante.
Tutto è fermo ora, ma, presto,
il fluire del tempo riprenderà.
Fissare quell'istante,
ripeterlo all'infinito
non basta.
La lotta è impari.
Il finale scontato.

venerdì 15 giugno 2007

Inizio e Fine.

Strano come il mio primo post su questo blog coincida con la fine di un'avventura della mia vita. Un inizio che coincide con la fine. Citando una battuta di un film: "Gli inizi fanno paura e le fini fanno tristezza. Ma è ciò che sta in mezzo che conta". Ed in questo caso ciò che c'è stato in mezzo è stata una parte importante della mia vita. La mia prima esperienza lavorativa in un mondo "adulto". Il confrontarmi quotidianamente con le difficoltà delle relazioni personali con i colleghi e con le problematiche di una nuova attività. Ma in questo viaggio, ho incontrato persone che mi hanno dato molto, e a cui spero di aver dato altrettanto. Chiaramente ci sono stati anche coloro che mi hanno provocato problemi, ma il bilancio è sostanzialmente positivo. Spero che, in entrambi i casi, loro sappiano di chi sto parlando. Ora si cambia. Bisogna ricominciare, facendo tesoro delle esperienze vissute e approcciando tutto con un rinnovato entusiasmo. Ne sarò capace? L'incognita rimane, così come la paura e la tristezza. Sensazioni da deboli? Forse. Ma sono reali, per quanto si cerchi di nasconderle e di non pensarci.