martedì 26 giugno 2007

La pazzia.

"Un pazzo, a ben pensarci, non è che una minoranza formata da una sola persona."
George Orwell, in "1984"

Le città più vivibili.


Classifiche e studi di questa o quella rivista o università, di solito americane, mi lasciano spesso indifferente. Nella maggior parte dei casi mi chiedo perché ci abbiamo perso tempo e quale ne possa essere l'utilità. Ho trovato, però, un articolo che mi ha offerto qualche spunto di riflessione.
da "lastampa.it"

La "bella vita" si fa all'estero.

Nessuna città italiana nelle classifica delle top 20 nel mondo.

LONDRA. Non c’è nessuna città italiana nelle classifica delle top 20 nel mondo. E neanche nessuna città statunitense, con l’eccezione di Honololu. In testa Monaco, seguita da Copenaghen e Zurigo. Tra le prime 20, due città spagnole (Madrid e Barcellona, rispettivamente al decimo e al tredicesimo posto); due svizzere (Zurigo e Ginevra, al terzo e al ventesimo), le altre capitali scandinave, Helsinki e Stoccolma, al sesto e all’ottavo.Nello stilare la classifica, realizzata dal settimanale «Monocle» e pubblicata sull«International Herald Tribunè, sono stati utilizzati non solo gli indici di valutazione tradizionali, ma soprattutto quei fattori che «possono fare fare la bella vita oppure renderla un inferno»: ovvero la qualità di scuole, ospedali, aeroporti e treni, la tolleranza verso le diversità, il livello del crimine, la facilità con cui si trova qualcosa da bere in piena notte. [...]


Eh sì, oramai il nostro non è più il Bel Paese, almeno per le caratteristiche necessarie alle città moderne. Non che non me lo aspettassi. Anzi, mi sembra che questo studio sia abbastanza condivisibile. Sorprende che tra i due paesi al mondo che possano vantare due città nella top 20 ci sia, insieme alla Svizzera, la Spagna, con le sue due metropoli, Madrid e Barcellona. Sempre presenti in questo tipo di classifiche le città del Nord Europa Scandinavo, da tutti ricosciute come organizzate e vivibili. Forse dovremmo iniziare a riflettere sul fatto che per rendere una città vivibile non basta vivere di rendita con le bellezze artistiche lasciateci dai nostri antenati, ma guardare al futuro. E così le nostre città non reggono il confronto sul piano dei servizi, trasporti pubblici, sistema sanitario e scolastico.

giovedì 21 giugno 2007

Fantastic Four: Rise of the Silver Surfer


Secondo episodio tratto dal fumetto di Stan Lee e Jack Kirby, dedicato al gruppo di astronauti supereroi. Stavolta i poteri dei quattro elementi devono combattere un essere potente e incorporeo, Galactus, che minaccia di distruggere il pianeta Terra. Ecco quindi Mr. Fantastic, la Cosa, la Donna Invisibile e la Torcia Umana, alle prese con il principale aiutante del loro nemico, il Surfista d'Argento. Nella battaglia si inserisce, a creare maggiore confusione anche una vecchia conoscenza dei Quattro.
Il film veleggia sulle ali degli effetti speciali inframezzati da qualche battuta, che insieme contribuiscono a rendere il film un passatempo ludico ma inconsistente. La trama esile e non troppo originale della terra minacciata dal solito cattivo che non ha di meglio da fare che distruggerla, non è sostenuta neppure da qualche momento dedicato ai personaggi, che appaiono poco più che macchiette, ancora di più di quanto i loro strani poteri non li mostrino già. Se per Spiderman un grande potere è fonte di grandi responsabilità, per i Fantastici Quattro è popolarità ed un matrimonio in mondovisione. Stranamente persa l' "americacentricità", a favore di di una lotta che coinvoge tutto il mondo. Si vede proprio che i tempi di Indipendence Day sono passati.

martedì 19 giugno 2007

Rassegna stampa.

Dal "Messaggero.it":
I nemici degli Usa si battono con la "bomba gay".
Che le forze armate degli Stati Uniti stiano da tempo cercando di trovare delle armi ”non letali” che riducano drasticamente le perdite umane durante le guerre non è certo una novità. Sappiamo che nei laboratori del Pentagono si sperimentano schiume irritanti, raggi sonori che assordano, raggi laser con l’effetto di paralizzare temporaneamente il nemico. Adesso scopriamo che i militari Usa hanno pensato alla possibilità di creare una bomba ormonale e afrodisiaca che abbia allo stesso tempo l’effetto di modificare i gusti sessuali dei soldati nemici e di eccitarne la libido. Nella visione dei generali americani, le falangi degli avversari dovrebbero di colpo abbassare le armi e cominciare ad amoreggiare fra di loro. La bomba, prontamente soprannominata gay bomb, non è stata in realtà sviluppata, per il semplice fatto che non esiste ancora la conoscenza scientifico-medica per creare un prodotto che abbia simili effetti.
L’idea è venuta originariamente ai ricercatori nel laboratorio dell’areonautica militare dell’Ohio, nel 1994. La loro proposta diceva: «Un esempio di arma non letale, anche se di cattivo gusto, potrebbe essere un forte afrodisiaco, soprattutto se questo elemento chimico riuscisse a causare nel nemico anche un comportamento omosessuale». Il laboratorio chiedeva lo stanziamento di 7 milioni e mezzo di dollari. [...]

Ma non bastava usare altri tipi di armi chimiche? Non so, una bomba "scarpe da ginnastica usate"? Di sicuro gli effetti di stordimento sarebbero stati superiori...


Da "Repubblica.it":
Il Codice della Strada Vaticano"Segno della croce prima di partire"
Arriva il codice della Strada del Vaticano.[...]
Motivo? Il fenomeno del malcostume su strada preoccupa davvero la Chiesa cattolica che assiste ogni giorno all'aumento di una categoria di peccatori sempre più incalliti e allo stesso tempo inconsapevoli: gli automobilisti, i motociclisti, gli adolescenti a bordo di ciclomotori e city-car. "Persone - come spiegano al Vaticano - che hanno ormai trasformato le strade del mondo in un palcoscenico di prepotenza, violenza, egoismo, omicidi, bestemmie".
Ma cosa contiene questa specie di codice della strada cattolico? Nel primo capitolo - quello dei viaggiatori - la Santa Sede stila una sorta di scuola-guida spirituale. "Il ricorso ai nostri intercessori celesti - si legge nel manualetto di 58 pagine - non deve far dimenticare l'importanza del segno della croce, fatto prima di iniziare un viaggio". Ma anche recitare il rosario tutti insieme, durante le lunghe percorrenze, servirà a "sentirsi immersi nella presenza di Dio, a rimanere sotto la sua protezione". Il Codice spiega che c'è bisogno di "protezione divina". E su questo è difficile dargli torto: il Vaticano sottolinea che nel solo 2000 sono morte 1 milione e 260 mila persone, in incidenti stradali di cui il 90 per cento dovuto ad "errore umano". Senza considerare che la situazione in Italia è una delle peggiori in Europa. [...]


Segno della croce? Rosario? Perché non le calamite con i santi? Problema serio ma le soluzioni sono altre....

Coscienza e autocoscienza.

E' possibile sperimentare la felicità?
Questo interrogativo mi ha portato ad alcune riflessioni sulla mia capacità di valutazione e di comprensione della realtà. Una lotta continua si muove dentro di me tra razionalità ed emotività. Sono le due componenti fondamentali del mio essere, che mi spingono avanti e mi trascinano indietro. Il contatto con il mondo esterno avviene in maniera diversa e complementare, tramite questi due filtri. La razionalità si arricchisce delle conoscenze e delle esperienze, l'emotività reagisce con forza agli stimoli esterni, palesando il mio intimo modo di essere. Ma fino a che punto può giungere il continuo confrontarsi con se stessi e con l'esterno, e dove conduce? L'assenza di consapevolezza permette una felicità più profonda? O non può esistere felicità che non sia comunque a confronto con la sofferenza? In fondo per distinguere qualsiasi cosa ho bisogno di un riferimento, del suo duale. La luce non esisterebbe se non ci fosse il buio. E così non posso apprezzare la felicità se non esistesse la sofferenza.
Per questo, a chi mi dice che un livello inferiore di coscienza della vita e del mio modo di essere mi porterebbe ad una maggiore felicità, quella felicità che possiede l'ingenuità di un bambino, rispondo che senza conoscenza non c'è libertà, possibilità di scelta. Ho sempre preferito sapere cosa mi aspetta e quello che mi accade intorno, piuttosto che vivere nell'illusione e nella menzogna. Magari tutte le energie che spreco per il mio desiderio di analisi e di sapere, potrebbero essere dedicate all'azione. Ma ogni azione è scoordinata e inutile se non controllata da una mente pensante.
Ho bisogno di conoscere, di sapere, è parte di me, non ne posso fare a meno.

lunedì 18 giugno 2007

La luce del mare.


La luce del mare mi attraversa
mentre, per un attimo, riprendo fiato.
Un'interruzione della corsa,
un eterno immobile istante.
Tutto è fermo ora, ma, presto,
il fluire del tempo riprenderà.
Fissare quell'istante,
ripeterlo all'infinito
non basta.
La lotta è impari.
Il finale scontato.

venerdì 15 giugno 2007

Inizio e Fine.

Strano come il mio primo post su questo blog coincida con la fine di un'avventura della mia vita. Un inizio che coincide con la fine. Citando una battuta di un film: "Gli inizi fanno paura e le fini fanno tristezza. Ma è ciò che sta in mezzo che conta". Ed in questo caso ciò che c'è stato in mezzo è stata una parte importante della mia vita. La mia prima esperienza lavorativa in un mondo "adulto". Il confrontarmi quotidianamente con le difficoltà delle relazioni personali con i colleghi e con le problematiche di una nuova attività. Ma in questo viaggio, ho incontrato persone che mi hanno dato molto, e a cui spero di aver dato altrettanto. Chiaramente ci sono stati anche coloro che mi hanno provocato problemi, ma il bilancio è sostanzialmente positivo. Spero che, in entrambi i casi, loro sappiano di chi sto parlando. Ora si cambia. Bisogna ricominciare, facendo tesoro delle esperienze vissute e approcciando tutto con un rinnovato entusiasmo. Ne sarò capace? L'incognita rimane, così come la paura e la tristezza. Sensazioni da deboli? Forse. Ma sono reali, per quanto si cerchi di nasconderle e di non pensarci.