venerdì 21 settembre 2007

Dayone

Eccomi di nuovo qui a riflettere su me stesso a cercare di reinventarmi. Obiettivo? Non perdermi nel mare del mondo. Sapere dove inizia e dove finisce la mia individualità. Continuare un percorso che sia solo mio. Perseguire i miei scopi nella vita. Sto perdendo il controllo di tutto questo. Troppi pezzi del puzzle non collimano più. Ho sempre pensato che la vita fosse una ricerca ed un cambiamento continui, ma non mi sono mai soffermato a riflettere su quanto questo continuo evolvere e mutare di ciò che mi circonda mi destabilizzi e mi tolga sicurezza. Ma è la sfida quotidiana che vivo, che sento e che voglio. So che soffrirò, perlopiù, e che sarò felice, molto più di rado. Ma tutto questo fa parte di me, del mio modo di essere costruttivo e disfattista, allegro e malinconico, incredibilmente vitale e altrettanto depressivo. Bipolarità, schizofrenia, chiamatela come volete, ma io sono tutto questo. Ma fino a quando resisterò senza mai una certezza, una sicurezza su nulla? A volte penso di essere io a non volerle queste certezze, a cercare in tutti i modi come provocarmi dolore. Entro nei tunnel consapevole di ciò che mi aspetta. La mancanza di incoscenza è forse il problema. So a cosa andrò incontro ma non per questo lo evito. Anzi, faccio di tutto per peggiorare le cose, pur non volendo. Questa è la parte peggiore, la consapevolezza di tutto ciò che accade, non riesce ad impedire alla volontà di agire, nonostante si conoscano già gli effetti che tali azioni avranno.

giovedì 13 settembre 2007

Lavavetri sì o no?

Si è fatto un gran parlare sui giornali nelle ultime settimane della vicenda dei lavavetri. Tutto è cominciato dalla presa di posizione del sindaco di Firenze, mosso da alcuni fatti verificatosi nella sua città, ad emettere dei provvedimenti riguardo coloro che ad ogni semaforo in tutte le grandi città si avvicinano alle auto per pulirne i vetri. A Firenze, infatti, si sono verificati alcuni episodi di aggressione ai danni di automobilisti, che, evidentemente avevano rifiutato l'offerta di pulizia del parabrezza. Successivamente a questa presa di posizione, sindaci di altre città italiane hanno mostrato di pensarla alla stessa maniera, proponendo di vietare l'attività dei lavavetri ai semafori. Vivendo a Roma, conosco perfettamente il fenomeno, che insieme a quello dei ragazzi che aiutano a fare benzina ai distributori e ai parcheggiatori abusivi, vengono associati dall'opinione pubblica, all'immigrazione. Ed è appunto qui che sorge il problema, nonostante sia palese che ci siano anche italiani, seppur in minoranza, a svolgere queste attività. La nostra società e forse anche la nostra mentalità, non sono ancora pronte ad accettare l'immigrazione massiccia dai paesi africani e asiatici che si sta verificando negli ultimi anni. La nostra non è mai stata una società né multiculturale, né multirazziale ( né tantomeno multireligiosa, ma questo è un terreno minato che mi porterebbe troppo lontano). Ora che si stanno affacciando comunità etnicamente diverse, con usi e costumi propri, non siamo ancora in grado di accettarle e di assorbirle perfettamente. A causa di questo "timore dello straniero", tali notizie fanno molta presa sull'opinione pubblica, complici i giornalisti che a volte si impegnano a gonfiare gli eventi per creare l'interesse. Come dimenticare i casi di Novi Ligure e di Erba. Per entrambe le stragi, all'indomani dell'accaduto, i mezzi di stampa gridarono allo straniero colpevole (nel primo caso si parlò di una banda di Slavi, nel secondo si diede per colpevole il compagno tunisino di una delle vittime). La verità, in entrambi i casi, era un'altra e le stragi erano, per così dire tutte italiane. Lungi da me minimizzare il fenomeno dei lavavetri e di tutte queste attività abusive che quotidianamente creano problemi alla civile convivenza. Evidentemente il fenomeno più grave è quello dei parcheggiatori abusivi, che, a Roma in una maniera esponenziale, taglieggiano letteralmente gli automobilisti con la sottintesa minaccia di danneggiare l'autovettura appena parcheggiata. Quello che mi sorge spontaneo pensare è che però, in questi casi di microcriminalità evidente e alla luce del sole, ci sia un lassismo generalizzato delle autorità e delle forze dell'ordine, che preferiscono lasciar correre, pur essendo a conoscenza di tutto.

mercoledì 12 settembre 2007

Shrek Terzo.


E' appena arrivato al cinema il terzo film della fortunata serie che ha come protagonista in simpatico e burbero orco delle favole. Grande rischio di ripetersi e di ricadere sempre nelle stesse trovate comiche altissimo. Ed in parte centrato. Si ripetono i personaggi e anche le battute segnano il passo, pur nello sforzo di inserire i protagonisti sempre in nuove avventure. Stavolta si richiama vagamente la storia di Re Artù. L'idea intelligente e ben gestita di fondo, però, rimane. Una parodia delle favole, retaggio culturale di tutto il mondo, propagandate per anni dai film di animazione, Disney in testa, non può che unire tutti e avere un grande successo. I personaggi "spalla" continuano a far ridere e a reggere il ritmo del film. Strepitosi il gatto con gli stivali e le parodie delle protagoniste delle favole. Dalla sonnolenta Bella Addormentata alla cattiva e vanitosa Biancaneve. L'ondata di film in computer grafica continua. I costi più contenuti rispetto all'animazione tradizionale permettono la produzione di un numero di film sempre maggiore. Il pubblico di questi spettacoli, dunque, si allarga, anche se i nostri cinema continuano ad essere per lo più affolati da rumorosi bambini.

martedì 11 settembre 2007

Vita quotidiana.

Tornato dalle vacanze, mi sentivo carico e pronto per affrontare con decisione la ritrovata quotidianità. Erano stati giorni molto belli e rilassanti che mi avevano permesso di riappropriarmi della mia dimensione, grazie alla lontananza dallo stress e dai problemi. Non so come, ma queste sensazioni sono presto svanite, lasciandomi un senso di vuoto e di insicurezza per il futuro. Cambiamenti rapidi, eventi improvvisi e nuove preoccupazioni sono riuscite facilmente a destabilizzare quello che pensavo essere un equilibrio quantomeno stabile. Il senso di agitazione e inadeguatezza mi ha portato anche ad un allontanamento dall'azione, che si è riflettuto anche sul blog, nel quale non riuscivo più a trovare la voglia di scrivere. Proprio queste sensazioni negative si stanno rivelando, invece, estremamente positive. Una nuova rabbia, un nuovo vigore sta nascendo in me. Non avevo mai sentito prima, come ora, la necessità di esprimermi nella mia completezza. Non ho più intenzione di lasciarmi condizionare da chi e cosa mi sta intorno. Non ho più intenzione di stare a guardare. Sento la necessità di modificare il mio approccio verso il mondo e di ridisegnare il rapporto con chi mi circonda. Niente stravolgimenti, solo alcuni ponderati cambiamenti di rotta. Anche se non è detto che non giunga in questo modo a sconvolgere tutto.