mercoledì 8 ottobre 2008

Post riepilogativo

Ho capito una cosa di me. Non riesco ad essere costante in niente. Mi annoio subito. Soprattutto quando sono stanco e distante dalla realtà, non riesco a trovare un modo per dare un flusso ordinato ai miei pensieri. La mia mente non riesce a gestire le emozioni e mi risulta difficile scrivere, quasi doloroso.
Appena rientro in contatto con me stesso e con gli altri, tutto ciò che avrei voluto dire, di cui avrei voluto parlare e a cui ho bisogno di trovare una valvola di sfogo, riaffiora prepotentemente.
Quindi eccomi di nuovo qui.

mercoledì 4 giugno 2008

Due mesi...

Sono passati quasi due mesi, dalle elezioni e dall'ultima volta che ho aggiornato questo blog. Due mesi in cui ho perso il controllo del tempo e del flusso dei miei pensieri. In quella condizione di smarrimento scrivere è faticoso, doloroso. Ogni tentativo di espressione si scioglie nell'ansia dello scorrere dei giorni.
Le elezioni, appunto. Le elezioni. Quel momento ha contribuito a peggiorare sensibilmente il mio umore, più di quanto non riescano a farlo un'ora di traffico romano o le mie difficoltà lavorative. Possibile che siamo di nuovo allo stesso punto di sette anni fa? Possibile. Tutto questo mi ha privato di ogni residua speranza. E la rassegnazione per l'ineluttabilità della situzione politica, sociale e culturale italiana si è inevitabilemente riflessa sulla percezione della mia vita. Un'Italia in piccolo, governata dall'inadempienza, dal lassismo e dal parassitismo.
A volte mi chiedo come sia possibile che certe storture le veda solo io. Che il 50% degli italiani affidi con allegria e disinteresse le proprie sorti nelle mani del Cavaliere e dei suoi soci. Ma non c'è davvero mai limite al peggio. La vittoria dell'ex-missino Alemanno al comune di Roma lo dimostra. Non c'è mai limite al peggio. Il neo-sindaco ci riporterà sicurezza e bellezza. La prima eliminando con un colpo di bacchetta magica tutti gli stranieri "cattivoni". I delinquenti italiani , infatti, sono così pochi che non costituiranno di sicuro un problema. D'altronde la criminalità organizzata più famosa del mondo è nata in Romania, vero? La seconda sarà ripristinata eliminando l'orrendo museo dell'Ara Pacis, costruito per volere dei sindaci di Centrosinistra. L'Ara Pacis verrà posta in un museo che sarà la copia (anche se in piccolo) dell'altare della patria. Quello sì che è un esempio di architettura esteticamente riuscita e in perfetta amalgama con il tessuto urbano circostante.
Il primo consiglio dei ministri, trasferitosi temporaneamente a Napoli, forse per sentirsi un po' più a casa (non era meglio Palermo a questo punto?) ha subito varato le nuove fondamentali manovre che miglioreranno la vita di tutti noi: l'abolizione dell'ICI sulla prima casa e del bollo auto e il nuovo disegno di legge per la lotta all'immigrazione clandestina. Interessante notare come un governo, che ha vinto le elezioni in nome del federalismo fiscale, abolisca proprio la tassa che è gestita interamente dalle amministrazioni locali. Alla faccia della coerenza. Poi l'immigrazione, sempre l'immigrazione. Fomentando queste paure si sono vinte le elezioni ed è giusto continuare su questa strada. Non importa se poi qualcuno si sente legittimato a dar fuoco ai campi nomadi. Non importa. Ciò che conta è la percezione della sicurezza, non la sicurezza in sé stessa.
Ma il problema più importante da risolvere è quello della "monnezza", che affligge Napoli da tre lustri, uno dei quali, almeno, nel quale il governo aveva lo stesso nome che ha ora. Dato che la bacchetta magica non esiste il problema è stato "sotterrato", nel vero senso della parola. Non ci saranno discussioni e l'impresa sarà assegnata a chi già nel passato aveva avuto grandi successi nella gestione del commissariato ai rifiuti. Geniale.

mercoledì 16 aprile 2008

Juno


Il film non si presenta bene, almeno in Italia, se a sponsorizzarlo è quel simpaticone di Giuliano Ferrara, il sedicente laico, scopertosi all'improvviso fervente credente. Ma come spesso accade, è soltanto strumentalizzazione. Il film non c'entra quasi nulla con la battaglia ideologica e moralista portata avanti dal partito del direttore del "Foglio". Meglio, quindi, lasciar perdere l'attualità italiana e far parlare il cinema. Questo film, che ha ottenuto il premio come miglior film alla festa del cinema di Roma ed uno Oscar per la sceneggiatura, è delicato, poetico ma al tempo stesso crudo e ancorato alla realtà. La ragazza protagonista, che rimane incinta, del suo ingenuo e imbranato ragazzo, e decide, supportata dai genitori, di prodeguire la gravidanza, per dare in adozione il bambino, è quanto più lontano si possa immaginare dall'eroina romantica. Agisce d'istinto, trasportata dalle sue emozioni, ma è sempre lei a scegliere il suo futuro e quello del suo inaspettato bambino. Il film è toccante e divertente, non banale nelle dinamiche tra i personaggi e soprattutto è un elogio alla libertà di decisione della donna sul suo corpo. Juno non decide di tenere il bambino perché convinta dalla ragazzina che distribuisce volantini anti-abortistici davanti al consultorio, ma perché sente che quella è la cosa più giusta per il suo modo di essere. E la libertà di scelta si esprime a tal punto da voler essere consapevole del futuro che attende suo figlio con i genitori adottivi, da lei scelti ed "esaminati" personalmente. Forse una maturità eccessiva per una ragazzina dell'età della protagonista, ma la storia non perde per questo di verosimiglianza né di forza espressiva. Accurata la regia e mai banali i dialoghi, è un film da vedere senza pregiudizi e liberandosi dagli orpelli morali e moralistici che, su questi temi sembrano sempre più spesso imprescindibili.

giovedì 27 marzo 2008

Italiani...

Ecco la scena. Sono all'aeroporto di Francoforte-Hahn. Sto per passare il controllo dei bagagli. Mi ricordo, giusto in tempo, di mettere tutti i contenitori di liquidi nell'apposita bustina trasparenti, come richiesto dalle nuove normative europee sui controlli negli aeroporti. Mi è già capitato di prendere l'aereo in Germania e so che sanno essere molto fiscali. Davanti a me una coppia di italiani. Passano il controllo prima di me. Loro però non hanno l'apposita bustina trasparente. L'addetto al controllo apre la valigia della ragazza. Prende tutti i contenitori che devono essere mostrati nel sacchetto trasparente e ne fornisce uno alla ragazza facendole pagare 50 centesimi. Lei però non ci sta e dice che in Italia prende gli aerei tutte le settimane per andare in Sardegna e nessuno le ha mai fatto questi controlli. L'addetto all'aeroporto che, purtroppo, parla italiano sorride e poi rivolgendosi divertito ai colleghi, esclama: "In Italia, sì!!". Io, che assistevo alla scena, dico alla ragazza che avrebbe fatto meglio a non farci fare l'ennesima bella figura davanti agli europei.
Ma questa è l'Italia. Non possiamo farci nulla. A Ciampino i controlli dei bagagli e delle persone che prendono gli aerei sono molto più approssimativi.
In Italia, siamo abituati a fare le cose all'acqua di rose. E spesso siamo poi costretti a pagarne il prezzo.

lunedì 3 marzo 2008

Persepolis


Dopo il festival di Cannes, al quale ha vinto il premio della giuria, arriva in Italia il discusso film d'animazione Persepolis dell'iraniana Marjane Satrapi. Tratto dalla grafic Novel dell'autrice e da lei stessa codiretto, il film ci porta agli eventi che portarono al potere il regime musulmano in Iran e alla sanguinosa guerra Iran-Iraq, visti attraverso gli occhi di una bambina, prima, e di una giovane donna poi. La vicenda autobiografica apre un velo di luce su eventi dimenticati in Occidente, ma lo fa con ironia, intelligenza e straordinaria sensibilità. Dalla più tenera infanzia la piccola "Marji" si trova a vivere in prima persona gli sconvolgimenti politici del suo paese, passato attraverso una rivoluzione che avrebbe dovuto cacciare lo Scià per istaurare un regime democratico, e che, invece, favorì l'istaurarsi di un regime teocratico islamico. Grazie ai racconti del suo amato zio e dei suoi genitori, la ragazza cresce libera e indipendente, mentre il suo paese viene scosso dalla guerra con il vicino Iraq. L'indipendenza e la vivacità della ragazzina suggeriranno ai genitori che l'unico modo per evitarle problemi sia mandarla in Europa. Alla fine delle scuole superiori, Marjane deciderà di tornare in Iran, dove inizierà a frequentare l'università. Ma dopo un matrimonio fallito, l'impossibilità a sottomettersi alle ferree regole del regime, la porterà definitivamente lontana dalla sua terra natale e dalla sua famiglia.
Il tocco lieve ed al contempo mai superficiale dell'autrice, la sua ironia e capacità di modulare gli eventi tragici in senso grottescamente comico, rendono il film unico, così come lo è il fumetto da cui è tratto.

mercoledì 27 febbraio 2008

Non è un paese per vecchi


A parte il brutto titolo italiano, traduzione troppo letterale dell'originale americano, che non invita certo il pubblico a vedere il film, le premesse perché sia un successo, l'opera dei Coen, ci sono tutte. Registi affermati, buon cast, una sceneggiatura ripresa dal romanzo di un affermato scrittore. Premesse, dal mio punto di vista, in parte tradite. Quello che emerge nel film è una certa superficialità nell'affrontare i temi trattati, nonostante qualche monologo qua e là tenti di dare un senso al titolo, tra uno schizzo di sangue e l'altro. Troppo compiacimento tecnico da parte della regia. Il troppo indugiare su paesaggi, bellissimi per carità, e sui primi piani degli attori, rende il film ancora più ripetitivo di quanto già non sia un susseguirsi di assassini senza il minimo senso. Ma forse è proprio questo il senso che volevano dare al film, un'assurda sequenza di azioni incomprensibili, folli. Se questo era il messaggio, è arrivato. Eccome. Chi desidera una vicenda compiuta e uno scorrimento logico, guardi qualcos'altro. Chi ama lo "splatter" e il sangue resterà forse deluso, perché la violenza c'è, al limite del disumano, ma non vi si indugia troppo. E' talmente ripetuta da dare assuefazione, da non risucire a colpire più. Tommy Lee Jones sotto tono, ma forse il ruolo era infelice, mentre svetta un Bardem spietato e impassibile, che riesce a rendere in maniera inquietante la normalità della pazzia.

giovedì 21 febbraio 2008

Cloverfield

Le idee di fondo probabilmente non sono originalissime, c'è chi ha citato Blair Witch Project, Godzilla e Star Sheep Troopers, ma chi le ha messe insieme ha ottenuto un risultato interessante. Il film è interamente girato con una telecamera a mano, le immagini sono mosse e sfocate, spesso nauseanti. New York è il contesto preferito per ogni pellicola catastrofista, con la statua della libertà e i grattacieli della Grande Mela, un'icona di tutti gli Stati Uniti. Una normale serata tra amici, filmata con l'oramai immancabile, nell'era si Youtube, telecamera amatoriale, si trasforma in una corsa contro il tempo per salvarsi dall'evento catastrofico che si abbatte sulla città. Dal quotidiano al surreale, insomma, utilizzando le riprese home-made, per rendere il tutto più verosimile. Ma da questa trovata stilistica ha origine un film scontato e a tratti inguardabile. Per gran parte del film si riesce a capire poco, e si deve per lo più immaginare. Ma è probabile che sia meglio così.