lunedì 21 gennaio 2008

La Divina Commedia - L'Opera


In scena nella zona di Tor Vergata a Roma fino a Febbraio questa revisitazione in forma di musical dell'immortale opera del poeta toscano. Si inizia subito male. Le sedie sono scomodissime, che in confronto quelle del campeggio sono poltrone, non facilitano uno stato d'animo consono alla rappresentazione. Subito si capisce che il titolo è quantomeno esagerato. Non di Opera di tratta ma di musical, con i cori tristemente registrati a ricordarcelo. Il primo atto scorre fluido, anche se le musiche iniziano ad essere ripetitive. Non troppo moderne le composizioni, che si avvicinano più al canto gregoriano che alla musica contemporanea. Sarà stata sicuramente una scelta, quella dell'autore, Monsignor Marco Frisina. Solo nel momento dell'arrivo al cuore degli inferi spunta qualche chitarra elettrica. Sarà un caso, ma questo accostamento Satana-musica metal fa un po' sorridere. Incontrati i personaggi più importanti dell'inferno, Ulisse, Paolo e Francesca, il Conte Ugolino, si passa alle ultime 2 cantiche, concentrate entrambe nel secondo atto. A questo punto le musiche diventano sempre più ripetitive e e l'unico sobbalzo, nel vero senso della parola, lo offrono i ballerini-acrobati, unico vero spunto di novità. Una versione della Divina Commedia non indimenticabile, anche se la bravura degli attori e dei ballerini è indiscutibile. Suggestivi i costumi,anche se a volte troppo semplici, e molto bella e funzionale la scenografia girevole. Mi aspettavo qualcosa di più innovativo, forse, e son rimasto deluso. Un'occasione persa.

Bianco e Nero


Nuovo film per Cristina Comencini, e nuovo tuffo nella commedia sentimentale all'italiana. Stavolta i protagonisti sono gli onnipresenti Fabio Volo (che pensa di essere l'artista completo di cui avevamo assoluto bisogno) e Ambra Angiolini, che in una volta ci fa ricredere sulle buone impressioni sulle sue capacità recitative, dopo il convincente Saturno Contro. Il tema dell'intolleranza razziale, nell'Italia dell'aumento dell'immigrazione dai paesi extraxomunitari, è interessante e attuale. Il taglio scelto dalla sceneggiatura è, però, troppo distante dalla realtà. I personaggi sono troppo accennati, quasi caricaturali, e l'ambientazione borghese-chic, nella quale la famiglia della protagonista ha una cameriera di colore, assolutamente distante dalla realtà del nostro paese. Ci si poteva aspettare un "Indovina chi viene a cena" all'italiana, ed invece ci ritroviamo a vedere la solita commedia fatta di urla, tradimenti e riappacificazioni. Piccola partecipazione per Katia Ricciarelli, in un ruolo, quello della madre del protagonista, divertente e simpatico. Se voleva essere una critica sociale, non ha di certo colto nel segno, anche se per certi versi, dipinge un ritratto di una certa beneficenza ipocrita che si sta diffondendo. Della serie, aiuto le popolazioni più in difficoltà, basta che non vi entri in contatto direttamente. Meglio mantenere le distanze. E su questo, anche questo film, qualche spunto di riflessione lo offre.

Io sono Leggenda


Nuovo one-man-show per Will Smith, che dopo Io-Robot e La Ricerca della felicità si ripresenta con un altro ruolo di protagonista assoluto. Stavolta non ci troviamo di fronte ad un film esistenziale, ma ad una vicenda apocalittica, di quelle che tanto piacciono a l pubblico americano e non solo. L'idea per la trama viene dal romanzo horror omonimo di Richard Matheson, che affrontava il tema dei vampiri da un punto di vista originale. L'ultimo uomo sulla terra che combatte una feroce minaccia. Ma questo romanzo è soltanto il punto di partenza. La storia del sopravvissuto dopo lo sterminio e successiva trasformazione dell'umanità in vampiri, causata da un virus, prende uno sviluppo e arriva a conclusioni pratiche ed ideologice totalmente differenti. Messo da parte il confronto, forse improponibile, con il testo originale, il film ci affascina, però, con effetti speciali molto coinvolgenti e con vedute di una New York desolata e deserta, davvero da brivido. Questa è probabilmente la parte migliore del film, che per il resto scorre con la solita morale scontata dell'eroe salva-mondo, tanto cara a molta cinematografia d'oltreoceano. Smith tiene lo schermo con efficacia, ma sembra affaticato, quasi stanco di alcuni ruoli, sempre uguali a sé stessi.

mercoledì 9 gennaio 2008

La Bussola d'Oro.


Puntuale come le tasse, anche quest'anno a Natale è arrivato il film fantasy destinato al grande pubblico, con i soliti ritardi imposti dalle imprese di sitribuzione. Interpreti di primo piano come Nicole Kidman e Daniel Craig rendono la pellicola sicuramente "di cartello". Purtroppo il riscontro del pubblico pare sia stato non eccelso, nonostante le ottime premesse, quali una storia interessante, tratta dal libro di Stephen Pullman, Northern Lights, e una produzione faraonica, in quanto ad effetti speciali e cura dei dettagli. Le ottime premesse sono state tradite da un film che mette molta carne al fuoco, ma lo fa in maniera estremamente confusa, lasciando nello spettatore un senso di inconpiuto. Forse non si è voluto approfondire troppo il tema per lasciare il film più "politicamente corretto" possibile. Ed è stata proprio questa mancanza di coraggio e una sceneggiatura a volte un po' macchinosa, che fanno perdere l'interesse per questa pellicola. Il finale aperto è di quelli che lasciano l'amaro in bocca, visto che lo scarso successo ci impedirà, forse, di assistere ad un seguito. Kidman sotto tono e molta frenesia nella storia, ma pochissimi eventi di sostanza.