
In scena nella zona di Tor Vergata a Roma fino a Febbraio questa revisitazione in forma di musical dell'immortale opera del poeta toscano. Si inizia subito male. Le sedie sono scomodissime, che in confronto quelle del campeggio sono poltrone, non facilitano uno stato d'animo consono alla rappresentazione. Subito si capisce che il titolo è quantomeno esagerato. Non di Opera di tratta ma di musical, con i cori tristemente registrati a ricordarcelo. Il primo atto scorre fluido, anche se le musiche iniziano ad essere ripetitive. Non troppo moderne le composizioni, che si avvicinano più al canto gregoriano che alla musica contemporanea. Sarà stata sicuramente una scelta, quella dell'autore, Monsignor Marco Frisina. Solo nel momento dell'arrivo al cuore degli inferi spunta qualche chitarra elettrica. Sarà un caso, ma questo accostamento Satana-musica metal fa un po' sorridere. Incontrati i personaggi più importanti dell'inferno, Ulisse, Paolo e Francesca, il Conte Ugolino, si passa alle ultime 2 cantiche, concentrate entrambe nel secondo atto. A questo punto le musiche diventano sempre più ripetitive e e l'unico sobbalzo, nel vero senso della parola, lo offrono i ballerini-acrobati, unico vero spunto di novità. Una versione della Divina Commedia non indimenticabile, anche se la bravura degli attori e dei ballerini è indiscutibile. Suggestivi i costumi,anche se a volte troppo semplici, e molto bella e funzionale la scenografia girevole. Mi aspettavo qualcosa di più innovativo, forse, e son rimasto deluso. Un'occasione persa.
Nessun commento:
Posta un commento