giovedì 13 settembre 2007

Lavavetri sì o no?

Si è fatto un gran parlare sui giornali nelle ultime settimane della vicenda dei lavavetri. Tutto è cominciato dalla presa di posizione del sindaco di Firenze, mosso da alcuni fatti verificatosi nella sua città, ad emettere dei provvedimenti riguardo coloro che ad ogni semaforo in tutte le grandi città si avvicinano alle auto per pulirne i vetri. A Firenze, infatti, si sono verificati alcuni episodi di aggressione ai danni di automobilisti, che, evidentemente avevano rifiutato l'offerta di pulizia del parabrezza. Successivamente a questa presa di posizione, sindaci di altre città italiane hanno mostrato di pensarla alla stessa maniera, proponendo di vietare l'attività dei lavavetri ai semafori. Vivendo a Roma, conosco perfettamente il fenomeno, che insieme a quello dei ragazzi che aiutano a fare benzina ai distributori e ai parcheggiatori abusivi, vengono associati dall'opinione pubblica, all'immigrazione. Ed è appunto qui che sorge il problema, nonostante sia palese che ci siano anche italiani, seppur in minoranza, a svolgere queste attività. La nostra società e forse anche la nostra mentalità, non sono ancora pronte ad accettare l'immigrazione massiccia dai paesi africani e asiatici che si sta verificando negli ultimi anni. La nostra non è mai stata una società né multiculturale, né multirazziale ( né tantomeno multireligiosa, ma questo è un terreno minato che mi porterebbe troppo lontano). Ora che si stanno affacciando comunità etnicamente diverse, con usi e costumi propri, non siamo ancora in grado di accettarle e di assorbirle perfettamente. A causa di questo "timore dello straniero", tali notizie fanno molta presa sull'opinione pubblica, complici i giornalisti che a volte si impegnano a gonfiare gli eventi per creare l'interesse. Come dimenticare i casi di Novi Ligure e di Erba. Per entrambe le stragi, all'indomani dell'accaduto, i mezzi di stampa gridarono allo straniero colpevole (nel primo caso si parlò di una banda di Slavi, nel secondo si diede per colpevole il compagno tunisino di una delle vittime). La verità, in entrambi i casi, era un'altra e le stragi erano, per così dire tutte italiane. Lungi da me minimizzare il fenomeno dei lavavetri e di tutte queste attività abusive che quotidianamente creano problemi alla civile convivenza. Evidentemente il fenomeno più grave è quello dei parcheggiatori abusivi, che, a Roma in una maniera esponenziale, taglieggiano letteralmente gli automobilisti con la sottintesa minaccia di danneggiare l'autovettura appena parcheggiata. Quello che mi sorge spontaneo pensare è che però, in questi casi di microcriminalità evidente e alla luce del sole, ci sia un lassismo generalizzato delle autorità e delle forze dell'ordine, che preferiscono lasciar correre, pur essendo a conoscenza di tutto.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

io in parte sono d'accordo con te!! vivo a firenze e qua la situazione e' diventata invivibile...e' dura girare in macchina ogni semaforo sei preso d'assalto e nn sempre puoi rispondere con un sorriso....a volte ti girano e loro li' che pretendono e molto spesso sfottono!!io sono stata insultata...per nn parlare della sera...io ragazza di 27 anni ho paura a girare da sola dopo una certa ora...e' giusto questo??stranieri o italiani che siano...le nostre citta' nn dovrebbero essere piu' sicure??le forze dell'ordine che fanno??e i nostri parlamentari??....boni quelli...

Anonimo ha detto...

Non condivido la chiave di lettura dello "straniero che evidenzia l'incapacità d'integrare" del nostro paese.
E' vero che l'Italia è da molto meno tempo terra di immigrazione rispetto agli altri paesi europei e questo determina una certa "inesperienza" nelle capacità di integrazione della nostra gente.
Tuttavia nel caso del provvedimento nei confronti dei lavavetri penso che questo tipo di osservazione non sia pertinente.
Il fatto è, che la gente vuole ordine, legalità, sicurezza nelle città. Gran parte della gente che viene in Italia accetta di fare i lavori piu umili oppure di vivere di espedienti, il che, comprendo, è sempre meglio che fare la fame nei loro paesi di origine.
Alla gente non importa se chi ti vuole lavare il vetro sia italiano, marocchino o rumeno... semplicemente non vuole essere molestata al semaforo. Alla gente non importa se chi ti chiede il pizzo-parcheggio sia un extracomunitario ma semplicemente di non ritrovarsi la macchina rigata al ritorno dalla sua serata.
Come in ogni cosa ci vuole semplicemente "rispetto delle regole" e "qualcuno che le faccia rispettare". Chi vede in questo una discriminazione contro gli extracomunitari sta semplicemente strumentalizzando la questione.

Daniele ha detto...

Credo che stiamo dicendo la stessa cosa. E' chiaro che il rispetto delle regole è indispensabile per una civile convivenza. La mia era una critica all'equazione criminalità-immigrazione proposta dai mezzi di comunicazione più sbrigativi e qualunquisti, come se la mafia fosse originaria del Burundi. Quello dei lavavetri era uno solo uno spunto. Un esempio di piccola "criminalità" (forse non è la parola giusta) praticata soprattutto da extracomunitari. Ma ci sono settori, molto più redditizi e pericolosi che sono gestiti in massima parte da nostri connazionali e di cui forse ci accorgiamo meno perché non li vediamo tutti i giorni ai semafori.