lunedì 19 novembre 2007

La malattia del secolo (scorso?)

In questo post vorrei parlare della malattia del secolo. L'Aids, direte voi. No, la depressione, che nel mondo occidentale colpisce una vasta parte della popolazione. E' il mare oscuro, su quale si interrogano numerosi esperti, psicanalisti, psicologi e psichiatri. La psicanalisi sta diventando un moda (anche la televisione ed il cinema aiutano a diffonderla), mentre i farmaci antidepressivi o calmanti sono entrati nella nostra vita di tutti i giorni. Molti iniziano a curarsi con loro e si ritrovano poi a dover fare i conti con una difficile dipendenza. Perché, pur se venduti legalmente in farmacia, queste medicine sono in realtà droghe a tutti gli effetti. Non voglio fare un discorso generale e dire che sono inutili, ma credo che se ne debba far risorso con minore frequenza e facilità. Negli Stati Uniti alcuni psicofarmaci sono stati somministrati anche a bambini, per curarli dalla sindrome di iperattività. Credo che quando ci si rivolge anche ai bambini ci vuole la massima cautela e attenzione. Ma non è questo il punto. La società di oggi ci vuole forti, scattanti, vincenti, pieni di energie e non ci concede tregua perché chi si ferma è perduto. Tutto ciò si trasforma in molto stress, che si accumula in noi e poi esplode magari in concomitanza di un evento traumatico. E data la facilità con cui questo oramai può avvenire, la depressione si sta diffondendo sempre più. Ci sono diverse teorie che distinguono le origini di questo male tra endogene ed esogene. Prima di iniziare una cura per squilibri chimici, direi che è meglio ricercare all'esterno, per escludere ogni altra possibilità. Sono a questo punto mi sembra giusto che un farmaco posso essere somministrato. Ma non sono un medico e esprimo solo il mio punto di vista.
Le droghe legali che si vendono in farmacia sono tanto diverse da quelle con cui si sballano i ragazzi il sabato sera? Penso che spesso questa società sia ipocrita e ci fornisca dei modelli che dobbiamo seguire a tutti i costi, anche rovinando la nostra vita. Il fumo e l'alcol hanno effetti devastanti per la salute ma sono legali e diffusissimi, così come calmanti o sonniferi. Di ogni cosa occorre considerare la giusta prospettiva e magari riflettere sulle influenze o sui condizionamenti che continuamente riceviamo e che ci danneggiano.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

In primis gli antidepressivi come gli altri psicofarmaci sono prescritti da un medico (psichiatra, neurologo)e quindi non sono a disposizione di tutti come le aspirine e il vicks vaporub.In generale non creano dipendenza e, per quel che ne so, sono indicati soprattutto nel trattamento delle depressioni gravi.Questo articolo tratto da http://www.oasiblu.com può schiarirti le idee. ;-)

"Si può diventare dipendenti dagli antidepressivi?
Molto spesso il paziente che soffre di depressione non vuole curarsi con i farmaci perché ha paura o è convinto di diventarne "dipendente".
Il termine stesso di "psicofarmaco", con cui vengono indicati i farmaci usati nelle malattie psichiatriche, fa nascere in alcuni pazienti il dubbio che possano essere simili alle sostanze d'abuso, ma non è così.
Le sostanze d'abuso sono tutte quelle sostanze che vengono assunte inizialmente per eliminare qualche sintomo spiacevole (apatia, stanchezza, senso di fame ecc.) e piano piano sviluppano un meccanismo di dipendenza, vale a dire la necessità di assumerle costantemente e in dosi sempre maggiori (abuso). In caso contrario si ripresentano i sintomi iniziali con maggiore intensità.
La cocaina, le amfetamine, gli oppiacei e altre molecole sintetiche sono esempi di "sostanze d'abuso". Se un individuo comincia ad assumere cocaina o amfetamina, per esempio per eliminare il senso di fatica, per ridurre la necessità di dormire o per aumentare la sua efficienza, ottiene il risultato ricercato poco dopo l'assunzione della sostanza (in pochi minuti). L'effetto positivo ricercato ed ottenuto costituisce un "rinforzo" del comportamento di assunzione ed il soggetto continuerà a prendere la sostanza ogni qualvolta ne sentirà il bisogno, per eliminare cioè i sintomi spiacevoli che avverte se non la assume.Questo è ciò che viene definito "dipendenza".Gli antidepressivi hanno un meccanismo del tutto differente.
Essi agiscono su meccanismi cerebrali complessi che hanno causato la depressione e per dare i risultati voluti occorrono molti giorni. Non agiscono, cioè, immediatamente come le sostanze d'abuso ma a lungo termine, innescando dei meccanismi che devono ristabilire una situazione di equilibrio della trasmissione nervosa che era presente prima della malattia e che è stata poi perduta.
Quando un malato di depressione comincia a prendere gli antidepressivi non solo non ha effetti positivi subito (e quindi non ha quel "rinforzo" immediato caratteristico delle altre sostanze), ma avverte, il più delle volte, degli effetti spiacevoli e indesiderati che poi si attenuano proseguendo la terapia.
Via via che si ottiene il miglioramento della depressione il paziente vuole interrompere la terapia perché sente di non averne più bisogno e talvolta lo fa di sua iniziativa ed in modo errato.
Un altro dato che dimostra la differenza sostanziale tra antidepressivi e sostanze d'abuso è che gli antidepressivi hanno effetti positivi soltanto sui pazienti depressi (che presentano cioè anomalie nella trasmissione nervosa che va riequilibrata) mentre cocaina, amfetamina e simili agiscono su qualunque soggetto dando gli effetti ricercati, aumentando la trasmissione di alcuni tipi di neurotrasmettitori che di base è normale.
Se invece un soggetto non depresso assume degli antidepressivi, non otterrà un miglioramento del suo umore, che di base era normale, ma ne avvertirà soltanto gli effetti negativi (sonnolenza, affaticamento, bocca secca ecc.).
Occorre tuttavia sottolineare che alcuni tipi di antidepressivi, che hanno un'azione particolarmente stimolante, possono dare dei fenomeni di abuso, per cui alcuni pazienti predisposti tendono ad aumentare i dosaggi diversamente da quanto prescritto dal medico. In generale però le cure antidepressive non provocano nessuna "dipendenza". Il problema semmai è contrario. Il paziente infatti tende a sospendere le terapie non appena si sente meglio con il rischio di ricadute a breve termine."

Daniele ha detto...
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Daniele ha detto...

Dove trovi scritto nel mio articolo che gli antidepressivi fanno parte dei medicinali da banco? Quello che volevo dire è che si ricorre a questi farmaci troppo spesso, a volte per volontà dei medici, altre volte perché al paziente serve una soluzione rapida, una bacchetta magica, una pillolina panacea di tutti i mali. Sarò scettico, come sempre, ma la psichiatria è quella scienza che fino a poco tempo fa tentava di curare le malattie mentali (anche l'omosessualità!!!) con l'elettroshock. Ora non saranno più quei tempi (almeno lo spero) ma qualche dubbio a me resta. Ammetto che mettere nello stesso calderone ansiolitici e antridepressivi è scorretto dal punto di vista medico, dato che i primi è provato che, in qualche caso, possono dare dipendenza, anche fisica.
In generale io contesto la facilità con cui si cerca di risolvere tutti i problemi con la pastiglia miracolosa, anche per esperienza personale. Inquietante è comunque leggere gli effetti collaterali di alcuni di questi farmaci. Un esempio:
"Fenelzina
Indicazioni Depressione.
Effetti indesiderati Comuni ipotensione posturale (specialmente negli anziani) e capogiri; meno spesso sonnolenza, insonnia, cefalea, debolezza e affaticamento, secchezza delle fauci, stitichezza e altri disturbi gastrointestinali, edemi, movimenti mioclonici, iperreflessia, aumento degli enzimi epatici; possono anche comparire agitazione e tremori, irritabilità, euforia, aritmie, offuscamento della vista, nistagmo, difficoltà alla minzione, sudorazione, convulsioni, rash cutaneo, porpora, leucopenia, disturbi sessuali e aumento di peso con appetito anomalo; in soggetti suscettibili possono essere indotti episodi psicotici con comportamento ipomaniacale, confusione e allucinazioni; comportamenti suicidi ; è stato segnalato ittero e, in rare occasioni, necrosi epatocellulare progressiva fatale; alla deficienza di piridossina possono essere attribuite parestesie, nevrite periferica, neuropatia periferica; possibile iponatriemia (Iponatriemia e terapia antidepressiva)."

Anonimo ha detto...

Non c’è scritto nel tuo articolo che sono medicinali da banco… però tu fai intendere che sono alla portata di tutti come le zigulì perché si vendono in farmacia! (o l’ho inteso solo io perché era l’una di notte, avevo appena finito di studiare ed ero un tantino rinco?:-)
Ho specificato semplicemente che “in generale non creano dipendenza” . Perché mi riporti il bugiardino della fenelzina? Dove trovi scritto nel mio articolo che gli antidepressivi non causano effetti collaterali? ;-)
Daniè. . . Sempre cattivo con me. . . Io che ti seguo con tanto interesse!!! Bye :-*

Daniele ha detto...

Quello che intendevo dire è che si prescrivono con troppa facilità, a mio parere. Ma chiaramente è difficile fare un discorso generale, ogni caso va da sé, è ovvio. Sul fatto che non creino dipendenza, ma pesanti effetti collaterali, ho risposto che hai ragione nel voler specificare che non si può generalizzare a tutti questi farmaci, che ovviamente sono diversi. Per il resto ho voluto solo far notare che gli effetti collaterali esistono, senza riferirmi al tuo intervento.
Grazie per i tuoi interventi precisi e puntuali come sempre!!:-)

Francesco Portaluri ha detto...

ci sono un bel po' di psicofarmaci che creano dipendenza, fisica e psichica..
anche alcuni antibiotici (se fossero assunti a dosi più alte e più frequenti) potrebbero causare dipendenza...
la cannabis non crea dipendenza

parlo un po' per studio, un po' per esperienza...ma posso sempre sbagliare...

io sono internet-dipendente..come posso rimediare?

Anonimo ha detto...

Ciao Mafaldo! Io mi riferivo specificatamente agli antidepressivi.
Per il tuo problema potresti trovare interessante il seguente articolo:
"La casa di cura per chi è dipendente da internet"; peccato che l'istituto si trovi a Mokcheon (Corea del Sud)! ;-)(http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/tecnologia/grubrica.asp?ID_blog=30&ID_articolo=3502&ID_sezione=&sezione=)

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...

imparato molto